Bini: mancata informazione sull'operazione di pre-vendita, serve chiarezza sul nuovo piano industriale
Udine, 18 nov - "Appresa l'odierna comunicazione dei rappresentanti della Flextronics in merito al raggiungimento di un'intesa preliminare con il fondo di private equity FairCap per la cessione del 100% della società Manufacturing srl e, in una situazione complessa a seguito del mancato rinnovo della principale commessa in portafoglio, è quanto mai necessaria una comune assunzione di responsabilità da parte del cedente, del cessionario, delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali affinché venga condiviso un piano industriale che garantisca la sostenibilità industriale e occupazionale del sito giuliano. L'Amministrazione regionale, come ha già fatto più volte presente al management locale di Flextronics, è disponibile a sostenere un percorso condiviso che tuteli, in primis, i 350 posti di lavoro presso lo stabilimento triestino. La posizione della Regione, in condivisione di intenti con il il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), rimane la stessa anche nei confronti del cessionario, in un quadro di responsabilità sociale condivisa, come da parte di tutti i soggetti coinvolti".
E' stato questo l'intervento dell'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, nel corso della riunione del tavolo nazionale Flex con il ministero delle Imprese e del Made in Italy svoltosi oggi a Roma, durante la quale i rappresentanti dell'azienda hanno informato su un pre-accordo di vendita, siglato lo scorso 15 novembre, con il fondo di private equity FairCap. Presenti alla riunione, oltre alle organizzazioni sindacali e a Confindustria, l'assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini collegato da remoto.
Lo stato di crisi apertosi nello stabilimento è la conseguenza, come hanno espresso i rappresentanti aziendali, del mancato rinnovo della principale commessa in portafoglio che ha ricadute sui lavoratori (350 dipendenti di cui 273 diretti e 77 indiretti); l'azienda stima che circa 216 dei 350 lavoratori non abbiano più carichi di lavoro. L'attuale diversificazione di clienti e prodotti, volta a superare la mono-committenza, non consentirebbe di garantire l'intera occupabilità; da qui la scelta, comunicata oggi, di valutare soluzioni per la sopravvivenza dello stabilimento quali la cessione.
L'assessore Bini, a margine, ha evidenziato come "la Regione non è stata informata preliminarmente della volontà di cedere, nonostante le interlocuzioni avvenute in passato e il dialogo costante che si era cercato di portare avanti con la società: un atteggiamento che senza dubbio non aiuta a fare chiarezza sulla sorte dei lavoratori. Anche con la cessione, purtroppo, il tema rimane invariato, cambiano solo gli attori: è indispensabile valutare il nuovo piano industriale, al fine di salvaguardare l'operatività e la piena occupazione del sito. La Regione rinnova l'invito al confronto costruttivo e la sua disponibilità ad incontrare la nuova proprietà per discutere strategie e modalità, a tutela dei lavoratori".
La riunione è stata aggiornata al prossimo 28 novembre anche con la presenza del possibile acquirente. ARC/LP/al