L'assessore in Consiglio: Regione impegnata per risolvere le
crisi aperte e per rilancio del polo che vede nuovi insediamenti
Pordenone, 20 nov - "Siamo in procinto di sbloccare risorse per
15 milioni di euro destinate alla crescita dell'area industriale
triestina. Si tratta di uno stanziamento ministeriale legato al
Piano di riconversione e riqualificazione industriale dell'Area
di crisi industriale complessa di Trieste, avviato dieci anni fa.
Le risorse erano rimaste fin qui "congelate" e potranno ora
essere utilizzate grazie all'importante lavoro svolto dalla
Direzione centrale Attività produttive nel corso del tavolo
Wartsila. Infatti, nell'accordo siglato a luglio il ministero
delle Imprese e del made in Italy si è impegnato a riattivare
Piano che prevede l'apertura di uno sportello Invitalia dedicato
alle imprese dell'area che potranno usufruire dei 15 milioni per
il sostegno agli investimenti".
Lo ha annunciato questa mattina l'assessore regionale alle
Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini, in Consiglio
regionale intervenendo in merito a una interrogazione sulle
prospettive di sviluppo dell'area industriale triestina.
Bini ha ripercorso le vicende legate ai recenti casi di crisi nel
polo industriale giuliano, in particolare facendo riferimento
alle situazioni riguardanti Tirso Spa di Muggia, lo stabilimento
Flextronics e il caso, conclusosi positivamente, di Wartsila.
"Rispetto a Tirso - ha evidenziato l'assessore - al momento, la
Regione sta vagliando tutte le strade possibili a tutela dei 170
lavoratori e del sito produttivo. In tale ottica, i contatti con
alcune aziende che potrebbero subentrare nella gestione del sito
sono già in uno stato molto avanzato. È una fase delicata delle
trattive e per questo è necessaria la riservatezza".
Sulla vicenda della Flextronics, per la quale la società ha
firmato un pre-accordo per la cessione dell'azienda a un Fondo di
private equity, "l'Amministrazione regionale, esprimendo il
rammarico per non essere stata preliminarmente informata della
volontà di cedere, ha ribadito la disponibilità e l'urgenza di
definire anche con la nuova proprietà un percorso condiviso che
tuteli, in primis, i 350 posti di lavoro presso lo stabilimento
triestino".
Quanto a Wartsila, l'assessore ha ricordato: "Un capitolo chiuso
positivamente che ha visto a lungo la Regione impegnata
direttamente a tutela dei posti di lavoro e del sito produttivo.
Con la firma dell'accordo di programma per la riconversione del
sito di Bagnoli della Rosandra, la Regione si è resa disponibile
a compartecipare al finanziamento del ministero della Imprese a
supporto del piano industriale del Gruppo Msc, qualora venisse
attivato un contratto di sviluppo per la tutela ambientale.
Inoltre, è stata stanziata - è stato evidenziato - la cifra
complessiva di 15 milioni di euro a favore del Coselag per
sviluppare la infrastruttura ferroviaria a servizio dell'intera
area industriale triestina".
"Negli ultimi anni l'area - ha sottolineato ancora l'esponente
della Giunta - ha confermato la sua attrattività, tanto da
registrare importanti operazioni di insediamento e investimento.
Come l'acquisto da parte di Barilla dello stabilimento di Pasta
Zara, le nuove linee di produzione avviate da BAT (British
American Tobacco). E ancora, il nuovo polo logistico del freddo
che Bell group sta realizzando nell'area Sud del porto di
Trieste, oltre agli investimenti annunciati dal Gruppo Illy per
il raddoppio della capacità produttiva dello stabilimento di
Trieste".
"La Regione - ha rimarcato l'assessore - punta con forza alla
crescita dell'area industriale giuliana che vanta un patrimonio
industriale importante ed è strategica per l'intera regione. Con
la prossima manovra di Stabilità - ha annunciato Bini -
stanzieremo circa 35 milioni di euro per iniziare a dare
attuazione ad Agenda Fvg Manifattura 2030, il grande piano di
sviluppo del comparto manifatturiero del Fvg nel quale anche
l'area triestina troverà strumenti di supporto per l'ulteriore
crescita e sviluppo".
ARC/LIS/pph
L'intervento dell'assessore alle Attività produttive Sergio Emidio Bini.
foto ACON